
LANCIA UNA CASSETTA DI PLASTICA DAL BALCONE E COLPISCE UN’AUTO: NESSUNA CONDANNA
Un uomo aveva l’abitudine di lanciare dal balcone le cassette di plastica da buttare, per evitare di doverle portare giù, una di quelle volte colpiva un auto parcheggiata nel cortile. L’uomo veniva condannato in Tribunale per il reato di danneggiamento. La Corte d’Appello però lo assolveva, ritenendo che vi fosse l’assenza di dolo nella discutibile condotta tenuta dall’uomo. La Procura contestava questa decisione proponendo ricorso in Cassazione, ritenendo illogico escludere che l’uomo, gettando dall’alto la cassetta di plastica utilizzata per riporre la legna, intendesse colpire e danneggiare l’autovettura del vicino di casa con cui aveva dissapori, e, allo stesso tempo, si poteva ipotizzare che egli avesse quanto meno accettato il rischio dell’evento. La Cassazione però ribadiva che l’accusa non aveva provato la sussistenza del dolo, sia pure nella forma eventuale, oltre ogni ragionevole dubbio. L’imputato anche in altre occasioni aveva lanciato dal proprio balcone, con modalità analoghe, la cassetta di plastica per evitare di tornare giù a riporla e senza però provocare danni ai mezzi parcheggiati nel cortile, lo specifico episodio non era stato preceduto da uno scontro con il vicino di casa, con cui l’uomo aveva dissapori. Era dunque da escludersi la condanna penale, rimanendo però in piedi l’ipotesi che il danno arrecato alla parte civile potesse essere stato frutto di una condotta solo colposa, evidentemente risarcibile in un giudizio civile.
La Cassazione rigettava il ricorso.
(Corte di Cassazione, sez. II Penale, sentenza n. 21936/20; del 22.7.2020)
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